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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


ATTO DI AFFIDAMENTO DELLA DIOCESI ALLA B. VERGINE MARIA

1. "Donna , ecco il tuo figlio" [Gv. 19,26]

Madre di Dio, in questo momento grande e solenne nel quale la nostra Chiesa sta per entrare nel terzo millennio, vogliamo con umile confidenza dirti:

"Donna, ecco il tuo figlio".

Ecco i tuoi figli: i figli di questa Diocesi, i figli di questa intera comunità civile, che vogliono iniziare con Te il cammino del terzo millennio.

Durante il millennio trascorso tanti hanno sperimentato la tua materna protezione: la nostra stupenda città è stata tante volte salvata; il nostro popolo, nobile e paziente, è stato da Te custodito. La tua materna protezione ha ottenuto dal Figlio tuo frutti copiosi di redenzione:

la santità del b.Giovanni che si è consumato per questo popolo;

la carità infuocata di Caterina Vegri che ci ha insegnato le vie della santità;

l’olocausto puro di Chiara Nanetti vergine martire del tuo Figlio.

E tanti discepoli del tuo Figlio, uomini e donne, che nel silenzio hanno reso gloria al Padre.

Pieni di fiducia nella tua onnipotente intercessione, noi oggi cerchiamo rifugio in Te, per essere aiutati ad affrontare le sfide del nuovo millennio.

2. Quanti hanno sperimentato in questa Cattedrale e nelle altre Chiese giubilari la grazia del Grande Giubileo del tuo Figlio che stiamo celebrando!

  • In esse è esplosa la gioia dei bambini e dei ragazzi che nella festa del tuo Sposo, il primo maggio, hanno proclamato la loro fede;
  • in esse la sofferenza degli ammalati, nella memoria della tua apparizione a Lourdes, è stata offerta sull’altare del tuo Figlio come il nostro tesoro più prezioso;
  • in esse, nella solennità della santa ed indivisa Trinità, gli sposi hanno glorificato il tuo Figlio per aver fatto del loro amore un grande sacramento;
  • in esse, nell’agosto scorso, è vibrato l’entusiasmo dei giovani desiderosi di trovare nel tuo Figlio la risposta piena alla loro fame e sete di felicità;
  • in esse ancora una volta, nella festa del tuo Sposo artigiano, chi lavora ha riscoperto la dignità incomparabile della sua quotidiana fatica.
  • in esse tanti peccatori nel sacramento del perdono hanno gustato l’abbraccio misericordioso del Padre e la gioia della dignità ritrovata.

Madre di Cristo, che duemila anni orsono hai partorito un Bambino nel cui nome deve piegarsi ogni ginocchio in cielo, in terra e sottoterra, ottienici colla tua preghiera che niente vada disperso di tutto ciò che la grazia del tuo Figlio ci ha donato durante questo Anno Santo.

3. Ma noi questa sera vogliamo affidarti il futuro che attende questa Chiesa e questo popolo nel terzo millennio: le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne di questa comunità, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono.

Il cammino fatto da questo popolo nel passato millennio è stato sicuramente ricco di frutti. Ma ora siamo come imprigionati dentro ad una profonda incertezza sul nostro futuro: la vita umana sboccia sempre meno nelle nostre case e spesso, sbocciata, viene soppressa; il tessuto sociale è spesso lacerato dalla chiusura nel proprio interesse privato; la fioritura del lavoro rimane sempre incerta; suicidi giovanili scuotono implacabilmente la nostra coscienza morale.

Ma noi questa sera vogliamo ancora una volta proclamare la nostra più profonda certezza: Cristo è la nostra speranza; Cristo è la nostra unica salvezza! Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera: ieri, oggi, per sempre.

4. Consapevoli di questo, noi in questo momento affidiamo questa Chiesa e questo popolo, questa città ed ogni comunità civile a Te, o Madre: sii tu la nostra guida continua nel prossimo millennio perché non ci discostiamo mai dalla Via che è il tuo Figlio.

Ti affidiamo tutti, in modo particolare chi è più debole:

  • i bambini, perché siano sempre rispettati nella loro dignità;
  • i giovani, perché cerchino il senso della loro vita nell’incontro con Cristo;
  • gli sposi, perché vivano nella santità il loro stupendo amore e la loro missione;
  • i poveri, i poveri soprattutto, coi quali il tuo Figlio si è identificato in modo singolare: i poveri perché privi di lavoro; i poveri perché ammalati e non curati dovutamente; i poveri perché anziani privi di assistenza; i poveri perché stranieri non accolti.

A Te, o Maria, all’inizio di questo terzo millennio affidiamo il cammino di questa Chiesa: a gloria del Padre che ci ha donato il suo Figlio unigenito; a gloria del Figlio che ci ha amati fino alla morte, ed alla morte di croce; a gloria dello Spirito Santo, legge effusa nei nostri cuori. AMEN

Dalla Cattedrale

Ferrara, 15 ottobre 2000

 

+ Carlo Caffarra
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio