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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA ASSUNZIONE DELLA B.V. MARIA 1996

1.  “Fratelli, Cristo è resuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.
Ancora una volta, l’Apostolo Paolo con queste parole annuncia il Vangelo della grazia, della misericordia del Padre: “Cristo è resuscitato dai morti”. La nostra condizione umana è stata mutata, poiché Cristo è resuscitato dai morti. Egli, mosso a compassione di ciascuno di noi, “non considerò un tesoro geloso da custodire gelosamente, la sua uguaglianza con Dio, ma, per una decisione di amore particolarmente intenso, venne a vivere questa nostra stessa vita. E’ una vita destinata alla morte. E quindi, resosi simile a noi, si assoggettò a questo destino: Egli morì e fu sepolto.
 Ma che cosa avvenne in quel sepolcro? Che cosa accadde in quel corpo distrutto dalla morte sulla croce? Fu resuscitato! Cioè: la vita stessa di Dio, la vita eterna divina lo investì, lo pervase, lo trasformò, lo glorificò, lo trasfigurò. E così, il Cristo Gesù nella sua umanità vive permanente della gloria e della vita di Dio. L’uomo Cristo Gesù è entrato nel possesso definitivo della stessa eternità di Dio. Non dobbiamo infatti pensare alla risurrezione di Cristo come un ritorno alla vita di prima. Se così fosse, noi non saremmo stati salvati. Sarebbe stato un ritorno ancora ad una condizione mortale: anche su questa vita “risorta” la morte alla fine avrebbe detto l’ultima parola. Mediante la sua Resurrezione, Cristo è entrato in una vita umana che non può più corrompersi nella morte, perché partecipa della stessa vita di Dio.
 Ma l’Apostolo Paolo, fa un’aggiunta importantissima. Dice che Cristo Risorto è “primizia di coloro che sono morti”. Che cosa significa? E’ spiegato subito dopo: “se a causa di un uomo ...”. Notate bene: l’Apostolo parla di Cristo come causa, cioè come qualcuno che agisce e produce “qualcosa” in noi. Oh fratelli e sorelle, lasciamoci prendere da un profondo stupore di fronte a questo avvenimento! Cristo Risorto causa la nostra risurrezione: ecco la nostra salvezza! Cioè: mediante la sua umanità glorificata, Egli glorifica la nostra persona, la rende partecipe fin da ora della sua stessa vita divina. Ecco come un vescovo della Chiesa antica descrive questo avvenimento di salvezza, mettendo sulla bocca di Cristo queste parole: “In verità, la natura che io presi da voi, ebbe la risurrezione per la divinità che abitava in lui e le era unita. Per la divinità si liberò dalla corruttibilità e dalla passabilità e conseguì l’incorruttibilità e l’immortalità. Così anche voi sarete liberati dalla dura schiavitù della morte, ed eliminata la corruzione assieme alle passioni, sarete rivestiti dell’immortalità” (Teodoreto di Ciro, Trattato sull’Incarnazione del Signore 28). E così chi è stato raggiunto da questa glorificazione, se è ancora rattristato dalla certezza di dover morire, sente dentro il suo cuore la consolazione che la morte non è la caduta nel nulla eterno, ma il definitivo ingresso nella comunione eterna con Dio. Questo è il nostro destino: l’unione a Cristo per essere come Lui e in Lui vincitori della nostra morte.

2. Ma oggi la Chiesa celebra in modo speciale la potenza della Risurrezione di Cristo nella persona della sua Madre. Perché questa particolare celebrazione? Perché in Maria è accaduto qualcosa di unico. Mentre infatti, ciascuno di noi è destinato a subire la corruzione del sepolcro, Maria, alla fine della sua vita, venne immediatamente introdotta, anche nel suo corpo, nella gloria eterna. Subito dopo la fine della sua vita, la sua persona nell’intera verità del suo essere umano, corpo e spirito, venne trasformata , trasfigurata, glorificata nella partecipazione immediata di quella vita divina che è in Cristo Risorto.
 Certamente: la nostra prima attitudine di fronte a questo avvenimento dell’assunzione al cielo di Maria in corpo e spirito, deve essere la lode della grazia e della misericordia del Padre che in Cristo ha compiuto in Lei cose grandi. Ma non possiamo non farci, con umile venerazione, due domande: per quale ragione Maria ricevette questo straordinario privilegio? Che significato esso ha per noi oggi?
 - Quanto alla prima domanda: “Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della Vita”. Scrive un padre della Chiesa: “Non poteva avvenire che Tu, vaso sacro capace di Dio, ti dissolvessi nella polvere della morte che corrompe. Colui che si era esinanito in Te era Dio fin da principio ed in Lui era la Vita”. Era dunque conveniente che la Madre della Vita fosse ugualmente compagna della Vita”.
 - Quando alla seconda domanda: “In Lei ... hai rivelato il compimento del mistero della salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”. Nella Vergine Assunta noi conosciamo il nostro destino ultimo; in Lei ci viene svelato il significato della vostra esistenza e ci viene data la certezza che nessuno di noi esiste per caso, essendo stato destinato alla vita eterna. So bene che per molti di noi, in questa città devastata ed inaridita da un paganesimo ormai convinto che la morte sia la fine di tutto, questo messaggio può lasciare indifferenti.
 Ma è questa indifferenza, questa disperata rassegnazione alla morte che la fede della Chiesa oggi sconvolge colla sua umile forza: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.