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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


SOLENNITA’ SS. TRINITA’: battesimo di tre adulti
Cattedrale: 18 giugno 2000

1. "Vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco … e che rimanesse vivo?" Lo stupore che ha generato questa domanda, risuonata poc’anzi alle nostre orecchie, investe ciascuno di noi, quando considera attentamente l’evento che sta all’origine del cristianesimo. Quale evento? Che Dio ha parlato all’uomo; che Dio è uscito dal suo inaccessibile silenzio per rivolgersi all’uomo come ad amico [cfr. Es 33,11 e Gv 15,14-15]. Non solo, ma Dio entra nella storia dell’uomo, decidendo di "andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso". Ha dato così inizio ad una storia fatta di "eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significati dalle parole, mentre le parole proclamano le opere ed illustrano il mistero in esse contenuto" [Cost. dogm. Dei Verbum 2]. L’uomo non è più solo: è ormai interpellato per sempre dalla parola e dall’agire di Dio: "vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?"

L’ingresso del Signore nella vita di una persona accade nel momento del battesimo: è in esso che Egli compie la nostra definitiva liberazione. E voi oggi, fratelli e sorelle, vedete davanti a voi tre persone, tre giovani, che Dio si è scelto con mano potete e braccio teso, per compiere con esse ed in esse la sua opera di salvezza. Ed in che cosa consiste quest’opera di salvezza?

Avete sentito ciò che Gesù disse ai suoi apostoli immediatamente prima di lasciarli: "andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Obbedendo al comando del Salvatore, fra poco io battezzerò Claudio Patrizia ed Alessandra "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Queste parole indicano e realizzano la definitiva consacrazione della persona del battezzato al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. E viene introdotta dentro alla vita stessa di Dio. L’uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, viene elevato al di sopra della sua naturale condizione umana, e dall’acqua e dallo Spirito Santo rinasce nuova creatura.

In che cosa consiste precisamente questo rinnovamento? E’ l’apostolo Paolo che ce lo rivela nella seconda lettura. Esso consiste nel fatto che mediante il battesimo, l’uomo viene assunto nella famiglia di Dio, entra sotto la "patria potestas" di Dio stesso ed acquisisce la condizione di figlio, non semplicemente quella di schiavo o servo. E’ dunque una trasformazione che accade nel nostro stesso essere, che pur non perdendo ovviamene la sua condizione di creatura, diventa partecipe della stessa figliazione che è propria del Figlio unigenito Gesù. Ne viene di conseguenza che "se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo". Il battezzato, in forza della sua elevazione a Figlio adottivo, acquista il diritto di diventare padrone dei beni del Padre: i beni del Padre sono la sua incorruttibile eternità (cfr. 1Cor 15,50), la sua gloria (cfr. Rom 8,21), il suo regno (cfr. 1Cor 6,9). Veramente. "vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?" che una creatura venisse chiamata ad essere partecipe dell’incorruttibilità, della gloria, del regno di Dio stesso? Ecco ciò che opera in noi il Battesimo; ecco ciò che conferma in noi la S. Cresima.

2. "Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo spirito di Dio, costoro sono figli di Dio". Ciò che ho descritto finora è puro dono di Dio. Ma la trasformazione che il battesimo compie nella nostra persona, opera anche un cambiamento nell’esercizio della nostra libertà: ci chiede di essere liberi in un modo nuovo.

In che cosa consiste la libertà del cristiano? nell’essere guidato dallo Spirito di Dio. Il cristiano si trova sotto la guida dello Spirito che dimora in lui, che lo conduce se glielo consente. E’ questa la vera e perfetta libertà: non fare ciò che piace contro ciò che si deve, schiavi delle nostre passioni; non fare ciò che si deve facendo ciò che non piace, schiavi della legge. Vera e perfetta libertà è fare sempre ciò che piace facendo ciò che si deve. E’ lo Spirito che compie nel battezzato questa sintesi, perché riversa nel nostro cuore l’amore verso ciò che è bene, così che noi siamo liberi perché attratti intimamente dal bene e resi capaci di farlo. Senza che la nostra libertà si infranga contro lo scoglio dell’edonismo o del legalismo.

Signore, sia su di noi tutti la tua grazia, perché in te speriamo.