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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


OMELIA QUARTA DOMENICA DI AVVENTO
22 dicembre 1996

1. “La rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora e annunziato ... a tutte le genti”. Avete sentito queste parole nella seconda lettura: sono dell’apostolo Paolo. Sentiamole non solo colle orecchie, ma col cuore.
Si parla di un “mistero”. Non pensate ad una cosa oscura, difficile da capire, nascosta. Il mistero di cui parla S. Paolo è quel progetto che Dio ha pensato per la persona umana, per ciascuno di noi. Ciascuno di noi non esiste per caso: esiste per realizzare questo progetto che Dio ha su di noi. Quale è questo progetto, taciuto - ci dice l’apostolo - per secoli eterni, ed ora rivelato?
Ascoltiamo ora il Vangelo, le parole dette a Maria: “ecco concepirai...” nel corpo e dal corpo di Maria viene concepito un uomo che è Figlio dell’Altissimo: Colui che nasce da Lei sarà chiamato Figlio di Dio. Il Figlio di Dio unisce a sé la nostra stessa natura umana: uno di noi diviene partecipe della stessa vita divina. Questo è accaduto in Maria: il Figlio di Dio discende fino alla nostra povertà perché la nostra povertà salga fino al possesso della stessa ricchezza di Dio. Questo avvenimento accaduto in Maria, descrittoci dal Vangelo, è il centro del progetto di Dio su ciascuno di noi. In che senso? Ciascuno di noi è stato voluto perché divenisse in Cristo partecipe della stessa vita divina. Quale amore ci ha mostrato il Padre! “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna ... perché ricevessimo l’adozione a figli”. Ecco questo è il mistero rivelato ora ed annunciato a tutte le genti: la nostra adozione a figli mediante il Figlio. Il Figlio di Dio diventa in Maria figlio dell’uomo perché l’uomo divenisse figlio di Dio. Non esistiamo per caso: Dio ci ha chiamati alla vita per renderci partecipi della sua stessa beata eternità, mediante Gesù, Figlio suo fattosi uomo.
Nella prima lettura avete sentito che cosa dice il Signore a Davide che voleva costruire il tempio: “tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? ... Il Signore ti farà grande, e ti costruirà una casa”. Vedete che capovolgimento che è accaduto nei rapporti fra l’uomo e Dio! non è più l’uomo che deve salire a Dio, cercare di avere Dio con sé, è Dio ormai che cerca l’uomo e viene Lui stesso a costruirsi una casa in cui abitare: l’umanità di Gesù e la vita di ciascuno di noi.

2. Che cosa ha reso possibile questo avvenimento descrittoci dal Vangelo? Sono state le parole di Maria: “Eccomi, sono la serva del Signore ...”. E’ l’obbedienza e la fede di Maria che consentono che sia portata a compimento l’alleanza che Dio ha stretto con il suo popolo. Egli cerca anime credenti che facciano spazio all’opera della sua misericordia. Sono l’umiltà e la purezza  del cuore ad attirare la presenza di Dio che riempie con la sua grazia il cuore dei piccoli. “Su chi volgerò lo sguardo?” - dice il Signore - “Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi teme la mia parola”.
  Non è una fede priva di intelligenza, ma Maria chiede “come è possibile?” Ella scruta la parola di Dio dettale dall’angelo e così compie in Lei, come in ogni anima credente, la Sua opera di salvezza.

Conclusione

 Carissimi: prepariamoci così a celebrare il Santo Natale. Come Maria: anche in noi sia la sua fede, obbediente, pura ed intelligente. Guardiamo all’essenziale: Dio che si fa uomo perché l’uomo diventi partecipe della vita di Dio.