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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


XV DOMENICA PER ANNUM (C)
Vado, 11 luglio 2010


Cari fratelli e sorelle, fra poco compiremo il rito della dedicazione definitiva di questo luogo ad essere luogo santo dove sull’altare che pure consacreremo, viene offerto il divino sacrificio.

Attraverso la parola di Dio appena ascoltata, i gesti rituali che fra poco compiremo, e le preghiere che la Chiesa metterà sulle nostre labbra, noi siamo introdotti nella comprensione di un grande mistero: il mistero della Chiesa di cui questo edificio è il segno.

1. "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". La prima preoccupazione di chi costruisce un edificio è la sua solidità. È per questo che il costruttore prende particolarmente a cura i fondamenti.

Anche Gesù nella edificazione della sua Chiesa, nella costruzione della comunità dei suoi discepoli, ha voluto che essa fosse "edificata sopra una pietra". Quale pietra? La fede in Lui, il Figlio del Dio vivente, professata da Pietro e dai suoi successori.

Cari fedeli, la Chiesa non è prima di tutto la comunità di coloro che cercano di vivere secondo precise leggi morali. Non è prima di tutto una comunità avente una particolare dottrina religiosa. È la comunità di coloro che credono in Gesù come Figlio del Dio vivente. Il fondamento della Chiesa è la fede in Gesù; è la fede la forza della Chiesa, e senza la fede è impossibile salvarsi.

Cari fedeli, come già vi dissi durante la Visita pastorale, nutrite dunque la vostra fede colla frequenza festiva alla S. Messa, durante la quale vi è spiegata la Parola di Dio. Abbiate poi cura voi stessi di istruirvi nella fede: una fede che ignora ciò in cui crede, è molto fragile.

2. "Fratelli, voi siete l’edificio di Dio". La parola di Dio ci fa comprendere anche un altro aspetto del grande mistero della Chiesa.

In questo luogo santo viene custodita l’Eucaristia. E quindi in essa è veramente, realmente presente il Signore: questo è il tempio del Signore.

Ma esiste anche, ci dice l’Apostolo, un altro tempio: "siete voi". Vogliate prestarmi attenzione: che cosa vuole dirci il Signore attraverso il suo Apostolo?

Noi che siamo la comunità cristiana, la comunità dei discepoli, non custodiamo solamente la memoria di Gesù, il suo ricordo lungo i secoli. Egli non è per noi solo un ricordo: è una presenza. Gesù è realmente presente in mezzo a noi. È in questo senso che l’Apostolo ci dice: "fratelli, voi siete l’edificio di Dio", "il tempio di Dio siete voi".

Ma queste parole hanno anche un altro significato, come in un altro passo ci spiega l’Apostolo: ciascuno di noi, nella sua realtà concreta, è il tempio del Signore. Pensate quanto è grande la nostra dignità. Ciascuno di noi merita un rispetto infinito perché è tempio in cui abita il Signore.

Ma da questa nostra condizione derivano conseguenze pratiche assai importanti. Voi desiderate che le vostre case siano belle, confortevoli, in ordine: è giusto. Ma pensate: come deve essere bella e in ordine la casa dove dimora il Signore, che siete voi! Se il vostro corpo – come ci ha detto l’Apostolo – è il tempio di Dio, possiamo degradarlo consentendo che sia oggetto di piacere? Lo splendore del proprio corpo è la purezza del cuore.

Cari fratelli e sorelle, la Liturgia che stiamo celebrando mette in luce molti altri aspetti del mistero della Chiesa. Non possiamo ora presentarli tutti. Prestate molta attenzione ai riti e alle parole: sarete introdotti dentro ad un universo di straordinaria bellezza. È la bellezza della Sposa di Cristo, la Santa Chiesa.