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Comitato "Cardinale Carlo Caffarra"


44° Convegno Nazionale dei Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani
Santuario della Madonna di San Luca, 15 giugno 2010


1. Cari fratelli e sorelle, la pagina evangelica narrando il cammino dei Magi al Signore, narra il vostro quotidiano impegno. Esso infatti si inscrive nella missione della Chiesa di condurre ogni uomo a Cristo.

Come ci esorta S. Giacomo, osserviamo, come in uno specchio, il nostro volto in questa pagina evangelica, senza poi andarcene dimenticando com’eravamo [Cfr. Giac 1,24].

Due sono le luci che hanno guidato i Magi all’incontro col Signore.

La prima è stata la conoscenza razionale della natura: "abbiamo visto la sua stella, e siamo venuti per adorarlo". Potremmo anche dire: l’uso della ragione che sa vedere nella natura la presenza di un disegno, è la prima guida dell’uomo a Cristo. Usiamo il termine "natura" nel senso di un dato che si pone indipendentemente della nostra libertà. In questo senso esiste anche una natura della persona umana, in cui una ragione rettamente usata sa cogliere orientamenti valoriali ed indicazioni per una libertà rettamente esercitata.

La prima lettura è al riguardo assai suggestiva. Prima della creazione di tutto ciò che esiste c’era la Sapienza: " il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera". Nella creazione è inscritta una sapienza divina che orienta l’uomo a Cristo, dal momento che tutto è stato creato in Lui ed in vista di Lui.

La seconda luce che ha guidato i Magi all’incontro col Signore, è stata la divina Rivelazione, la Parola di Dio dettaci mediante i profeti. Alla domanda dei Magi – "dov’è il re dei giudei che è nato" – si può rispondere solo perché il luogo è stato indicato dai profeti: "così è scritto per mezzo del profeta".

La natura non basta a soddisfare il desiderio dell’uomo di incontrare il Signore, così come il solo uso della ragione. È necessario porci in ascolto obbediente della divina Rivelazione, la sola che è in grado di decifrare il libro della natura.

È dalla concorde armonia di queste due luci che i Magi giungono a Betlemme ed adorano il Signore.

2. Cari fratelli e sorelle, la vostra missione rende visibilmente presente la divina pedagogia: la guida divina dell’uomo all’incontro con Cristo. Dio ha guidato i Magi con le due luci: la natura-ragione; la Rivelazione-fede. Sarebbe davvero stolto se volessimo inventare una pedagogia diversa da questa.

I segni oggi di questa pedagogia diversa sono la riduzione della catechesi a trasmissione di valori morali: è la riduzione che assume il razionalismo quando esso impera nella catechesi. Oppure, la riduzione della catechesi ad un biblicismo che non intercetta le vere domande del cuore umano: è la riduzione che assume il fondamentalismo quando impera nella catechesi.

È vero, tuttavia, che oggi assistiamo – come ci ha detto recentemente il S. Padre – alla "esclusione delle due fonti che orientano il cammino umano" [cfr. Discorso alla 61.ma Assemblea Generale CEI].

Parlare oggi di "natura della persona umana" viene sempre inteso unicamente come un puro dato di fatto, che non contiene quindi un sé alcuna indicazione etica per la ragione. Il bios umano è neutrale nei confronti dell’ethos.

Ed inoltre "la Rivelazione viene considerata o come un momento dello sviluppo storico, quindi relativo come tutto lo sviluppo storico e culturale, o – si dice – forse c’è rivelazione, ma non comprende contenuti, solo motivazioni" [ibid.]

Il compito dunque che vi sta davanti è immane. È appunto un momento di emergenza educativa: ritrovare l’armonia fra ragione e fede; ritrovare le fonti, il linguaggio delle fonti.

Cari fratelli e sorelle, siete venuti ai piedi della Madonna. Ad essa fu affidato un compito educativo immane: educare il Verbo fattosi carne ad essere, a vivere, a pensare umanamente. Ella dunque ci è vicina e ci assiste: ne abbiamo veramente bisogno.